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Terre di nessuno

Aggiornamento: 14 gen 2022

Riproponiamo il report del nostro socio Piero Giovannelli sul degrado urbano a Pistoia



Questa ricognizione nei luoghi abbandonati di Pistoia e dintorni prosegue ed amplia quanto da me ed altri iniziato nel corso dell'anno 2016.

Oltre a tornare in alcuni punti già presi in esame allora, cercando di spiegare meglio, corredare il tutto con materiale fotografico, valutare eventuali variazioni dello stato dei luoghi (quasi sempre in peggio), ho aggiunto diversi altri siti, a suo tempo non considerati.

Le situazioni considerate si presentano assai disomogenee tra loro.

Una caratteristica che accomuna pressoché tutte le aree è quella di essere territori, superfici,

coperte o scoperte che, nelle condizioni in cui si trovano, rappresentano innanzitutto uno spreco,

un enorme patrimonio di suoli e cubature consumati e "mangiati", a questo punto, per niente.

E ciò impone innanzitutto una seria riflessione su nuovi eventuali progetti che porterebbero ad occupazioni di nuovo suolo.

Si possono suddividere brevemente in:

- Aree che, nel loro stato attuale, presentano aspetti di pericolosità per la pubblica

incolumità.

- Aree che potrebbero/dovrebbero essere almeno un minimo recuperate, non sempre

e non necessariamente in modo economicamente gravoso, oppure anche

semplicemente demolite per quanto riguarda i manufatti, in attesa di migliori e più

razionali utilizzi

- Aree private lasciate al totale degrado nel momento in cui non ne è stato più

conveniente l'utilizzo e lo sfruttamento. E qui occorre capire se tutto ciò è normale

ed ammissibile, visto che, poi, in termini di sicurezza che viene a mancare,

presenza di eventuali residui tossici, decoro che non c'è più, ecc, è la collettività che

viene a pagare.

- Strutture ed Aree di qualunque origine e natura (e qui sta l'aspetto più drammatico

della questione) che sono state occupate da persone prive di un tetto.

Altri criteri di suddivisione possibili sono:

A) Per zone geografiche, partendo dal centro e andando verso la periferia e viceversa.

B) per criteri di estensione, consumo di suolo, dimensione.

Comunque si voglia eseguire una suddivisione ed una classificazione, denominatore

comune di tutto, sembra essere il fatto che il livello di attenzione che le istituzioni prestano

a questo che, preso nel suo complesso, rappresenta un enorme problema, è, al momento,

pressoché nullo.

Si tratta intanto di far sì che sulla scena si presenti qualcuno che della cosa prende

seriamente coscienza e, senza ovviamente, pensare di risolvere tutto e subito

(impossibile!), quantomeno è in grado di avviare un processo, stabilire priorità di

intervento, inventarsi una progettualità, ecc.

Detto ciò, inizio la descrizione, dicendo che le aree reperite sono oltre trenta.

Naturalmente ognuno, se interessato, può scegliere il caso secondo lui di maggiore

interesse o urgenza e, ovviamente, dare propri ulteriori contributi e suggerimenti.

Al termine di questa lunga introduzione, a me è sembrato giusto iniziare da una delle

situazioni a mio avviso più eclatanti e gravi, cioè quella


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