Anche se i suoi prodotti non sono alimentari, anche il vivaismo è un’attività agricola a tutti gli effetti. Un’attività caratteristica della Provincia di Pistoia, con 150 anni di storia alle spalle, più di 5000 ettari coltivati e oltre 1500 aziende coinvolte.
Soprattutto, come tutte le altre attività agricole, anche il vivaismo può essere praticato con metodi sostenibili. Forse non con un “impatto zero”, come del resto tutte le altre attività umane. Ma abbiamo comunque ritenuto giusto incontrare e confrontarci con chi sta facendo dei passi in questa direzione.
“Vannucci Piante” è appunto una delle aziende che ha all’attivo tanti progetti orientati in questo senso. Il suo titolare, Vannino Vannucci, ci ha raccontato i traguardi raggiunti negli ultimi anni.
Oggi “Vannucci Piante” è una delle aziende del settore più conosciute, anche a livello nazionale. Ma come è iniziato tutto?
Inizia tutto con Vannino “Senior”, mio nonno, nel 1938. Dopo aver lavorato per anni come orticoltore, in quell’anno decide di avviare una propria attività vivaistica. Comincia in piccolo, con appena quattro specie di piante fra lecci, pini, bossi e magnolie che vende dei mercati cittadini. Però cresce in fretta.
A partire dagli anni ’70 il testimone passa a mio padre Moreno, che porta tantissime innovazioni nell’azienda. Lavora molto sulle pubbliche relazioni, crea un team di vendita per i mercati esteri, sviluppa moltissimo la produzione.
Fino ad arrivare agli anni 2000. Da allora siamo io e mia sorella Monica a portare avanti l’attività.
Arrivati al 2024, dopo quasi 90 anni di storia, quali sono i numeri dell’azienda?
Oggi abbiamo 590 ettari di coltivazione, di cui 260 in piena terra, 275 in contenitori e 55 di colture protette, per un totale di più di 3000 varietà di piante.
Con un organico di 900 collaboratori, di cui 300 diretti, abbiamo creato una squadra che porta le nostre piante in tutta Italia, 60 Paesi e 3 continenti fra Europa, Africa e Asia.
Si può dire allora che la prima generazione è quella che ha avviato l’attività, la seconda è quella che l’ha sviluppata e la terza è quella che la sta trasformando in chiave sostenibile.
Proprio così. Per esempio, fra 2016 e 2024, abbiamo ridotto del 52% l’utilizzo di agrofarmaci. Questo grazie a una combinazione di metodi come trappole ai feromoni, tecniche di confusione sessuale, pacciamatura (con legname dalla Montagna Pistoiese), aumento delle lavorazioni manuali. E abbiamo anche ridotto il loro inquinamento grazie all’utilizzo di ugelli anti-deriva, barriere arboree, fasce di rispetto fra le coltivazioni e i corpi idrici.
Nel 90% dei nostri substrati abbiamo ridotto l’impiego della torba, sostituendola con fibra e midollo di cocco, o con fibra di legno certificato PEFC.
L’80% dei nostri vasi è composto da polietilene riciclato e riciclabile. Tra l’altro, proprio a partire da settembre 2024, abbiamo stretto un accordo di filiera corta con “Revet”: tutti i nostri scarti plastici vengono riciclati e riutilizzati per la stampa di altri vasi.
Tutti gli scarti verdi che produciamo entrano in un percorso di economia circolare per creare humus, ammendanti, componenti ligneo-cellulosiche, mirali-litoidee e terricciate.
Per ridurre il consumo di acqua, utilizziamo gocciolatori, sistemi di raccolta di acqua piovana, sistemi di recupero delle acque di drenaggio (che oggi arrivano fino al 25% di recupero). Ma anche stazioni meteorologiche e sensori per temperatura, umidità e salinità del terreno, così da regolare l’irrigazione solo nei reali momenti di bisogno. A Piuvica abbiamo anche un impianto per la depurazione, il recupero di materie prime e l’accumulo di energia elettrica a partire dai reflui dell’irrigazione.
Un’attenzione particolare la stiamo dando alle piante mellifere, cioè quelle più utilizzate dagli impollinatori: dal 2015, per la loro coltivazione, abbiamo bandito l’uso di neonicotinoidi, piretroidi e fosforganici.
Inoltre, utilizziamo già pannelli solari per coprire parte dei nostri consumi elettrici. Proprio ora, per i magazzini dove organizziamo le spedizioni, stiamo lavorando a un progetto per 4000 m2 di pannelli.
Per tutto questo, fino a oggi, abbiamo ottenuto certificazioni come la MPS e la Global Gap.
Tutto ciò si è già tradotto anche in interi vivai pensati fin dall’inizio per essere degli ecovivai.
Esattamente. Rientrano nel progetto “Vannucci Zero”, che ha lo scopo di realizzare nuovi vivai che siano a basso impatto ambientale fin dal momento della loro creazione.
Il primo lo abbiamo realizzato nel 2018. Oggi ne abbiamo 5, tutti vivai di circa 20-30 ettari l’uno.
Uno di questi è il “Ferruccia 300”, il terzo che abbiamo creato. Abbiamo costruito i suoi filari in legno, proveniente dalla Montagna Pistoiese. Qui è stato bandito il glifosato e anzi facciamo molto affidamento sulla pacciamatura e sul disorientamento. Ci sono prati fra le corsie che mantengono i giusti indici di umidità. E i sistemi di irrigazione riescono a recuperare fino al 95% delle acqua drenate.
Quali sono i motivi che vi hanno spinti a queste trasformazioni sostenibili? Quali difficoltà avete incontrato nell’applicarle? E quali effetti avete notato?
Quello che ci ha spinto è una nostra presa di coscienza. Quella della responsabilità, come uomini, dell’impatto positivo o negativo che possiamo avere sulle persone e sull’ambiente. E quella, come vivaisti, dell’impatto che possiamo avere sul territorio pistoiese. Ma anche la presa di coscienza di tutto questo da parte delle altre persone, che sta cambiando il mercato, che richiede sempre di più prodotti realizzati con certi metodi.
Trasformarci in questo senso significa costi aggiuntivi, impegno per trovare sempre nuove soluzioni, tempo per applicarle. E significa anche scontrarsi con mentalità non ancora del tutto pronte ad accogliere i pro e i contro di questi cambiamenti, perché magari fanno dei reclami per degli insetti che trovano nelle nostre piante.
Però le analisi che facciamo periodicamente ci confermano che è possibile ridurre l’inquinamento e allo stesso tempo offrire dei prodotti di qualità.
Vannucci Piante non è soltanto “piante”, appunto. Nella vostra offerta aziendale c’è molto di più.
È vero. Due dei nostri più grandi progetti sono il Nursery Park e il Nursery Campus.
Il Park è il primo parco vivaistico in Europa, che ospita circa 1000 piante uniche per dimensione, varietà e spettacolarità. È pensato per i progettisti del verde che, immersi nel parco, con tutte queste varietà di piante sotto i loro occhi, possano trovare l’ispirazione che cercano per i loro progetti.
Il Campus, che è adiacente al Nursery Park, è uno spazio attrezzato con 9 camere da letto, biblioteca, 5 sale riunioni, palestra, 3 campi da padel, ristorante e servizio catering. È pensato per soggiorni sia turistici che professionali, dove quindi le persone possono trascorrere una vacanza o organizzare ritiri aziendali.
Di Enrico Becchi
Il progetto è realizzato grazie al bando "Siete Presente. Con i giovani per ripartire - 2024", a valere sul progetto “Giovanisì.it”, promosso dal Cesvot e finanziato da Regione Toscana - Giovanisì, in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, con il sostegno della Fondazione Caript
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